Voglio raccontare ciò che ho vissuto proprio ieri:Al campo di San Gregorio all'Aquila, ho incontrato un uomo di circa 80 anni con sua moglie, che mi ha raggiunto per chiedermi di ricongiungerlo a sua sorella che era presso il campo di Piazza D'Armi. Mi ha detto che la sua casa non esisteva più e nemmeno quella di sua sorella, e quindi preferivano restare vicini. Me lo ha detto con uno sguardo vispo e con un sorriso aperto che ho preso coraggio e gli ho chiesto:-Mi spiega come fa ad essere così tranquillo e sereno dopo quello che mi ha raccontato?
Io non potrei nemmeno immaginare di aver perso la mia casa, che racchiude tutta la mia vita e il mio essere, perchè per me la casa è: sogno desiderato, prospettiva futura, la costruzione di una famiglia, il sacrificio, l'insieme di tutti i miei ricordi famigliari, l'amore messo per costruirla ed arredarla a mio gusto, l'affetto e l'amore vissuto al suo interno. Al solo pensare che tutto è andato distrutto in 18 secondi io mi sentirei "disperata". Lui mi ha guardata, mi ha stretto le mani e mi ha risposto: E perchè?...che cosa è una casa?....Siamo VIVI!.E in quel momento mi sono sentita piccolissima, perchè come al solito, facciamo in molti, stavo continuando a dare importanza al superfluo. Mi ha anche raccontato della sua vita di emigrante prima in Germania e poi in Australia. Ha terminato dicendomi che per lui è il cominciare da capo "un'altra volta" dopo tutte le volte che ha ricominciato quando è stato emigrante.
Sono rientrata ieri notte, per la stanchezza, dopo aver trascorso 14 ore in servizio, sono crollata e ho dormito profondamente, stamani mi sono dovuta rendere conto per l'ennesima volta che lì ho lasciato di nuovo il mio cuore e lì ho tutti nella mia memoria, uno per uno. La vita in tenda non mi pesa, perchè quando si è lì sarebbe illogico non condividere la loro esistenza e i loro disagi (il caldo, il freddo, la paura, l'incertezza ecc) e quindi si fa fatica a ritornare alla normalità .
Posto qualche foto che ho scattato in questi giorni, fra cui una scattata pochi secondi dopo una forte scossa (il sismografo ha riportata un 3.8 di magnitudo), per sdrammatizzare il panico del momento di una bimba che mi si è gettata fra le braccia a cui raccontavo che era stato il treno che veniva a prendermi per portarmi a casa che passava sottoterra e che ha fatto un pò di rumore (non era stato un piccolo rumore ma un forte boato e la scossa di pochi secondi e sussultoria)
3 commenti:
ciao ! ti racconto che la vita, grazie al cielo, prosegue e ne sono davvero felice! il caldo mi uccide......tornerà l'inverno eh.....
baci
OPaola
sei una persona speciale e grande, perchè doni te stessa a chi ne ha bisogno, e come già ti ho detto in altre occasioni ti ammiro molto.
bello vederti in foto:):)
a presto da Emi
ps leggendoti mentre descrivi le tue esperienze li come volontaria, si capisce come nella vita tutto si ridimensiona di fronte a questo.
un abbraccio
Sei sempre piena di spirito e per questo voglio lasciarti un pensiero
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Con affetto Sisifo
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