Generalmente sono molto tollerante, e spesso mi guardano strano quando riesco a prendere le difese anche di chi non lo merita. Oggi però sono alquanto perplessa.
E' da stamane che ci rifletto e rifletto, ma...
Voglio scriverlo stasera per cercare di dare un pò di ordine ai miei pensieri e anche alla mia coscienza. Ma se non inizio con un prologo, forse è difficile capire.
Nel mio lavoro di sostegno ai disabili, mi è capitato di conoscere (perchè era un conoscente della persona che assistevo a quell'epoca) un disabile con un carattere allora che poco mi piaceva, perchè prepotente, egoista, violento, opportunista, falso.
Un giorno (e parlo di circa sette anni fà), il disabile venne a trovare la ragazza, anche lei disabile e completamente paralizzata a letto che assistevo a cui faceva compagnia la figlia di una amica di circa otto anni. Io non ero ancora arrivata al domicilio per l'assistenza e quando arrivai trovai questa persona vicino al letto della mia assistita. Quando mi vide, frettolosamente e con una scusa se ne andò. Io raggiunsi la cucina per prepararmi un caffè e lì trovai la bimba in lacrime. Quando le chiesi il motivo di questo pianto, lei scrollò le spalle e raggiunse la disabile nell'altra stanza. Poco dopo la disabile mi chiamò e la trovai che cercava di incoraggiare la bimba a raccontarmi tutto. La bimba piangendo mi disse che si vergognava, ma poi con un poco di pazienza e con dolcezza la spinsi a raccontarmi. Quello che mi disse mi sconvolse, mi raggelò, mi fece infuriare a tal punto che mai avrei pensato di provare un così forte desiderio di far del male.
La bimba mi disse che con la scusa di farle prendere un bicchiere per l'acqua il disabile in carrozzina, aveva messo le mani sotto la sua gonna e dentro le sue mutandine dicendole delle parole e cercando di farsi toccare. Lei era scappata, rinchiudendosi a chiave nel bagno. In quel mentre arrivavo io e lui si defilava. Il giorno successivo, lo trovavo sotto il portone della ragazza disabile e mi chiedeva di salire. Io non solo mi rifiutai di farlo entrare, ma gli rovesciai addosso tutta la rabbia e lo schifo che provavo per lui. Quando lui disse che non era vero e che la bimba aveva inventato tutto, per poco non l'ho strangolato e mi ricordo solo che la cosa più pulita che gli urlai era "i bambini non si toccano, mai, I BAMBINI NON SI TOCCANO MAI NEMMENO CON IL PENSIERO!!!" Detto questo trascinai la sua carrozzina sul gradino d'ingresso e lo rovesciai lì, dicendogli "e ora fatti rialzare , ma spiegagli perchè ti ho lanciato a terra "maiale!".
I genitori della bimba hanno scelto di proteggerla evitando di sporgere denuncia, perchè essendo lui disabile, sicuramente non avrebbe mai avuto nessuna condanna.
Sono trascorsi da allora sette anni e stamane ho saputo che questa persona è deceduta domenica. Solo, in ospedale e la sua famiglia non ha nessuna intenzione di presenziare ai funerali e in attesa che i servizi sociali e il comune gli organizzano le esequie, i vigili urbani si sono occupati di acquistargli l'abito, nel frattempo lui viene conservato in una cella frigorifera.
Ma quello che mi ha lasciata perplessa e che mi fa riflettere da stamattina appena l'ho saputo, è: "ma perchè, per me che tollero comprendo anche gli incomprensibili, questa notizia, non dico mi abbia fatto piacere, ma mi ha lasciata totalmente indifferente". E mi viene da pensare allora che in me c'è cattiveria, che la comprensione che provo per gli altri è falsa? Perchè se non riesco a perdonarlo ne in sette anni ne dopo morto? c'è qualcosa di sbagliato in me? Perchè in questo caso non riesco a provare carità cristiana o la cosiddetta "Pietas"?
3 commenti:
ciao grazie di essere passata da me lasciandomi anche una simpatica barzelletta.
Un'altra cosa che volevo dirti è quando pensiamo ai disabili ci assale una forma di pietismo che ce li fa vedere un pò santificati, ma loro sono persone come noi. Se quello era un maiale in piedi lo era anche seduto, e a volte si trova quello stronzo e non bisogna giustificarlo solo perche ha un handicap.Basta a dover essere sempre tolleranti per forza ed a nascondersi sempre dietro alla parola disabile. Tu non puoi sapere quanti ce ne sono.
Un abbraccio buona giornata Sisifo
Grazie a te Sisifo,
sarà perchè ci lavoro con i disabili e posso dire che spesso hanno una cattiveria che ho pensato sia dovuta a una forma di gelosia invidia per chi non ha problemi. Siccome ho quotidini rapporti di lavoro con diverse persone con problemi, riconosco le loro problematiche, ma tendo sempre a trattarli e a rapportarmi a loro come se normodotati. Ed è per questo motivo che non è nel mio essere rapportarmi a loro con pietà o accondiscendenza. Però capisco bene a cosa ti riferisci, perchè spesso quando li accompagno in ospedale per i controlli clinici, noto il modo di comportarsi delle altre persone che anche se inconsapevolmente ma tendono a dialogare con i disabili tipo con un bambino di 3-4 anni a volte ignorando di avere a che fare con una persona in carrozzina ma che ha un diploma o una laurea.
Ciao lea..scusami se ti rispondo in ritqardo,ma ho avuto problemi con l'adsl..
un bacio forte.. poi ripasso con più calma..Maddy
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