Domani sera sarà per tutta la mia famiglia un giorno molto importante, infatti per noi è "La Squije" (la squilla). Una tradizione famigliare che io sento molto forse più del Natale stesso.Ha radici storiche questa tradizione che la fanno risalire ai primi del 1600 ma la storia la pone ancora prima, quando a Lanciano (che poi è il paese dove sono nata in prov di Chieti) c'era una guerra civile fra i Lancianesi e gli Ortonesi.Non riesco a pensare a questa nostra festa, senza commozione, perchè in quel giorno ritrovo tutti i miei parenti, che durante l'anno non riesco mai a vedere, perchè ricordo tutti i 23 sereni della mia infanzia trascorsi con i miei cuginetti in fila a salutare i nonni che non ho più e a ricevere il loro abbraccio e le consuete 1000£ e le caramelle.Perchè sono sicura che nonno e nonna sarebbero contenti che noi a distanza di anni continuiamo a tenere viva anche con i nostri figli questa tradizione di pace e fratellanza. Non ci scambiamo doni, ma solo un pugnetto di caramelle, perchè il significato è tutt'altro: la gioia di stare insieme, di pregare insieme, di cenare insieme e di ridere ascoltando i nostri bimbi che con orgoglio dicono le poesie di Natale, e poi chiacchierare e giocare a tombola. Poi salutarci dandoci di nuovo il nostro appuntamento " se non ci vediamo durante l'anno beh....allora al 23 dell'anno prossimo!!".Quando c'erano i miei nonni, eravamo "appena" in 15, quest'anno saremo ben 35. Vabbè, ci stringeremo un pò a casa di zia, ma ne vale la pena.
Un anno non sono potuta andare permotivi di salute, ho acceso la tv sul canale locale e al solo sentire i rintocchi, piangevo inconsolabilmente perchè sapevo che a quell'ora tutti i miei famigliari erano insieme e stavano pregando (quell'anno anche per me), tanto che mio marito voleva portarmi seppure con la febbre. Ma io sono di parte perciò ho trovato in rete qualcosa che fà capire meglio cosa è per noi "LA SQUILLA":-
Il 23 dicembre è un giorno speciale per chi è nato e continua a vivere a Lanciano, il dolce e ripetuto rintocco di una campana della torre civica, che suona dalle ore 18,00 alle ore 19,00, ricorda ad ognuno di pregare e perdonare. Tutti tornano nelle proprie case per scambiarsi auguri e regali, in un rituale di pace e di concordia che continua a conservare tutta la caratteristica di un'usanza antica. Secondo la tradizione, la squilla ricorda il viaggio che un arcivescovo di Lanciano, Tasso, compiva ogni anno dal 1588 al 1607, a piedi scalzi dal suo palazzo alla chiesetta dell' Iconicella, distante circa 3 Km, in segno di penitenza e per ricordare il viaggio dei pastori verso la grotta di Betlemme; molti fedeli lo accompagnavano per ascoltare la sua breve predica di pace. Durante il pellegrinaggio la campanella suonava senza mai fermarsi, si fermava soltanto al rientro del vescovo nel suo palazzo. Per i lancianesi la campanella della squilla è il simbolo ed il rito del Natale in tutto il suo complesso significato. Il Toschi sostiene invece che la squilla sia il trasferimento del rito della riconciliazione del giovedì santo comune in tanti altri paesi e regioni d'Italia, al ventitré dicembre della città frentana, dove ha assunto tutte le caratteristiche di una tradizione particolare ed originalissima, tanto è ancora legata al patrimonio spirituale della popolazione. Nonostante gli innumerevoli cambiamenti rispetto al passato, questa tradizione non è ancora scomparsa e la sera dell'antivigilia di Natale la campana fa ancora sentire i suoi rintocchi e apre le feste natalizie. Il ventitré dicembre 1984 si è svolta la prima riedizione di tale consuetudine; ora ogni anno si può assistere al pellegrinaggio dal centro città alla chiesetta dell'Iconicella. Ciascun fedele porta in mano una candela, le fiammelle delle decine e decine di candele illuminano il corteo che avanza avendo come sottofondo il suono della magica campana. Chi non partecipa al corteo può accendere una candela nella propria abitazione. La Squilla si potrebbe definire come la festa della famiglia a Lanciano e forse in nessun altro giorno dell'anno il legame familiare è cosi tenacemente sentito; la campanella è il segno della pace.
La Squije di Natale
La Squije di Natale dure n'ora eppure quanta bbene ti sumente!
Tè na vucetta fine, e gna li sente pure lu lancianese che sta fore!
Ti vùsciche di botte entr'a lu core nu monne ch'à passate,
entr'à la mente ti squaije nu penzere malamente nche nu ndu-lin-da-li che sa d'amore.
Ve da na campanelle chiù cumune eppure ti rifà gne nu quatrale,
ti fa pregà di core,'n ginucchiune.
Ugne matine sone ma nen vale la voce de lu ciele, pé ugnune,chi sa pecché! ... le té sole a Natale!
Allegrezza, ànema mia,Che te chiama lo tuo Dio:Allegrezza, ànema mia.
Allegrezza, ànema mia,Che te chiama lo tuo Dio:Allegrezza, ànema mia.
LA SQUILLA DI NATALE - La squilla di natale dura un’ora eppure quanto bene aumenta!
Ha una vocetta talmente fine che anche i lancianesi che sono fuori la sentono!
Ti da improvvisamente un’emozione nel cuore e ti torna alla mente i tempi passati,
dimentichi i pensieri brutti al solo rintocco del ndu-lin-da-li che sa d’amore.
Un suono che viene da una semplice campanella eppure che ti fa tornare bimbo e ti fa pregare di cuore in ginocchio.
Suona ogni giorno, ma non vale come allora.
La voce del cielo, per ogniuno di noi, chissà perché!...ce l’ha solo a Natale!
Allegria anima mia, ti sta chiamando il tuo Dio, Allegria anima mia!
La gente si inginocchia e recita orazioni. Attenti, che quella è l'ora in cui la Madonna giunge a Betlemme. Ci sono lacrime di tenerezza e lacrime di dolore, lacrime per il ricordo delle persone care che trapassarono! Finite le orazioni, si alzano tutti i figli baciano la mano ai genitori, al nonno, allo zio, alle zie, e: -Buon Natale, babbo! Buon Natale, mamma! ecc.- E babbo e mamma e zie, ecc., si frugano nelle tasche, donde esce sempre qualche moneta per i buoni figlioli. Qualche ora dopo, i figli e le figlie che si trovano fuori di casa per ragione di matrimonio, tornano alle case paterne a fare gli auguri; a rendere gli omaggi di affetto e di venerazione agli autori dei loro giorni. Simpatica costumanza!(2). Simile ma più precisa nei dettagli è la relazione di Finamore, come è noto di Gessopalena (Ch) ma vissuto a Lanciano dove fu preside del Liceo ginnasio e pubblicò molte sue opere. "... Da un'ora a due notti (6 e 7 p.m.) dell'antivigilia di Natale, in memoria del viaggio della Madonna a Betlemme, suona a disteso della torre civica la campanella, che tutti i giorni, dalle ore 8 alle 8,30 a.m., chiama i canonici ai divini uffizi. Col cominciare della Squilla, cominciano gli spari in tutti i punti della città, e nella campagna; e, incalzando sempre, finiscono, al finire della Squilla, in un protratto e assordante fuoco di fila. Intanto, a misura che l'ora passa, né ritrovi e né negozi gli avventori diradano, le botteghe si chiudono; è un via vai di persone, frettolosamente s'incrociano per essere a casa. Al finire della Squilla, le strade sono deserte; le case popolate. I padri di famiglia ancorché non avessero l'abitudine di rincasare a quell'ora, sono in mezzo a figli; i quali, al cessare della Squilla, annunziato al suono festivo di tutte le campane, dopo una breve orazione recitata in silenzio e in ginocchioni, baciano la mano ai genitori. Lo stesso fanno i servi, augurando il buon Natale, e tutti, successivamente, ricevono le mance, per lo più, in danaro. Nel tempo stesso, gli sposi visitano le spose, scambiando regali. Ben diversa è la scena in quelle famiglie nelle quali dura il lutto per la morte di un congiunto avvenuto nell'anno. Anziché liete parole d'auguri, è uno scoppio di pianti, un doloroso richiamo dell'assente. Cosi, nello stesso tempo, dove si trova la voluttà della gioia e dove quella del dolore!. l'ora della Squilla e il suono di tutte le campane della città, la spiegazione della costumanza nell'esigenza di commemorare il viaggio della Madonna a Betlemme, i colpi di fucile, la preghiera ed il ricordo dei morti, il baciamano e la conseguente marcia.
La gente si inginocchia e recita orazioni. Attenti, che quella è l'ora in cui la Madonna giunge a Betlemme. Ci sono lacrime di tenerezza e lacrime di dolore, lacrime per il ricordo delle persone care che trapassarono! Finite le orazioni, si alzano tutti i figli baciano la mano ai genitori, al nonno, allo zio, alle zie, e: -Buon Natale, babbo! Buon Natale, mamma! ecc.- E babbo e mamma e zie, ecc., si frugano nelle tasche, donde esce sempre qualche moneta per i buoni figlioli. Qualche ora dopo, i figli e le figlie che si trovano fuori di casa per ragione di matrimonio, tornano alle case paterne a fare gli auguri; a rendere gli omaggi di affetto e di venerazione agli autori dei loro giorni. Simpatica costumanza!(2). Simile ma più precisa nei dettagli è la relazione di Finamore, come è noto di Gessopalena (Ch) ma vissuto a Lanciano dove fu preside del Liceo ginnasio e pubblicò molte sue opere. "... Da un'ora a due notti (6 e 7 p.m.) dell'antivigilia di Natale, in memoria del viaggio della Madonna a Betlemme, suona a disteso della torre civica la campanella, che tutti i giorni, dalle ore 8 alle 8,30 a.m., chiama i canonici ai divini uffizi. Col cominciare della Squilla, cominciano gli spari in tutti i punti della città, e nella campagna; e, incalzando sempre, finiscono, al finire della Squilla, in un protratto e assordante fuoco di fila. Intanto, a misura che l'ora passa, né ritrovi e né negozi gli avventori diradano, le botteghe si chiudono; è un via vai di persone, frettolosamente s'incrociano per essere a casa. Al finire della Squilla, le strade sono deserte; le case popolate. I padri di famiglia ancorché non avessero l'abitudine di rincasare a quell'ora, sono in mezzo a figli; i quali, al cessare della Squilla, annunziato al suono festivo di tutte le campane, dopo una breve orazione recitata in silenzio e in ginocchioni, baciano la mano ai genitori. Lo stesso fanno i servi, augurando il buon Natale, e tutti, successivamente, ricevono le mance, per lo più, in danaro. Nel tempo stesso, gli sposi visitano le spose, scambiando regali. Ben diversa è la scena in quelle famiglie nelle quali dura il lutto per la morte di un congiunto avvenuto nell'anno. Anziché liete parole d'auguri, è uno scoppio di pianti, un doloroso richiamo dell'assente. Cosi, nello stesso tempo, dove si trova la voluttà della gioia e dove quella del dolore!. l'ora della Squilla e il suono di tutte le campane della città, la spiegazione della costumanza nell'esigenza di commemorare il viaggio della Madonna a Betlemme, i colpi di fucile, la preghiera ed il ricordo dei morti, il baciamano e la conseguente marcia.
Nessun commento:
Posta un commento