domenica 29 marzo 2009

...E io ti prometto che "cercherò" di fare la brava!!!

martedì 24 marzo 2009

un caso di coscienza


Generalmente sono molto tollerante, e spesso mi guardano strano quando riesco a prendere le difese anche di chi non lo merita. Oggi però sono alquanto perplessa.

E' da stamane che ci rifletto e rifletto, ma...

Voglio scriverlo stasera per cercare di dare un pò di ordine ai miei pensieri e anche alla mia coscienza. Ma se non inizio con un prologo, forse è difficile capire.

Nel mio lavoro di sostegno ai disabili, mi è capitato di conoscere (perchè era un conoscente della persona che assistevo a quell'epoca) un disabile con un carattere allora che poco mi piaceva, perchè prepotente, egoista, violento, opportunista, falso.

Un giorno (e parlo di circa sette anni fà), il disabile venne a trovare la ragazza, anche lei disabile e completamente paralizzata a letto che assistevo a cui faceva compagnia la figlia di una amica di circa otto anni. Io non ero ancora arrivata al domicilio per l'assistenza e quando arrivai trovai questa persona vicino al letto della mia assistita. Quando mi vide, frettolosamente e con una scusa se ne andò. Io raggiunsi la cucina per prepararmi un caffè e lì trovai la bimba in lacrime. Quando le chiesi il motivo di questo pianto, lei scrollò le spalle e raggiunse la disabile nell'altra stanza. Poco dopo la disabile mi chiamò e la trovai che cercava di incoraggiare la bimba a raccontarmi tutto. La bimba piangendo mi disse che si vergognava, ma poi con un poco di pazienza e con dolcezza la spinsi a raccontarmi. Quello che mi disse mi sconvolse, mi raggelò, mi fece infuriare a tal punto che mai avrei pensato di provare un così forte desiderio di far del male.

La bimba mi disse che con la scusa di farle prendere un bicchiere per l'acqua il disabile in carrozzina, aveva messo le mani sotto la sua gonna e dentro le sue mutandine dicendole delle parole e cercando di farsi toccare. Lei era scappata, rinchiudendosi a chiave nel bagno. In quel mentre arrivavo io e lui si defilava. Il giorno successivo, lo trovavo sotto il portone della ragazza disabile e mi chiedeva di salire. Io non solo mi rifiutai di farlo entrare, ma gli rovesciai addosso tutta la rabbia e lo schifo che provavo per lui. Quando lui disse che non era vero e che la bimba aveva inventato tutto, per poco non l'ho strangolato e mi ricordo solo che la cosa più pulita che gli urlai era "i bambini non si toccano, mai, I BAMBINI NON SI TOCCANO MAI NEMMENO CON IL PENSIERO!!!" Detto questo trascinai la sua carrozzina sul gradino d'ingresso e lo rovesciai lì, dicendogli "e ora fatti rialzare , ma spiegagli perchè ti ho lanciato a terra "maiale!".

I genitori della bimba hanno scelto di proteggerla evitando di sporgere denuncia, perchè essendo lui disabile, sicuramente non avrebbe mai avuto nessuna condanna.

Sono trascorsi da allora sette anni e stamane ho saputo che questa persona è deceduta domenica. Solo, in ospedale e la sua famiglia non ha nessuna intenzione di presenziare ai funerali e in attesa che i servizi sociali e il comune gli organizzano le esequie, i vigili urbani si sono occupati di acquistargli l'abito, nel frattempo lui viene conservato in una cella frigorifera.

Ma quello che mi ha lasciata perplessa e che mi fa riflettere da stamattina appena l'ho saputo, è: "ma perchè, per me che tollero comprendo anche gli incomprensibili, questa notizia, non dico mi abbia fatto piacere, ma mi ha lasciata totalmente indifferente". E mi viene da pensare allora che in me c'è cattiveria, che la comprensione che provo per gli altri è falsa? Perchè se non riesco a perdonarlo ne in sette anni ne dopo morto? c'è qualcosa di sbagliato in me? Perchè in questo caso non riesco a provare carità cristiana o la cosiddetta "Pietas"?

lunedì 9 marzo 2009




Notizia Del "British Medical Journal"La felicità si diffonde davvero come un'infezione.
Se un amico fisicamente a noi vicino si sente felice, la probabilità di esserlo a nostra volta aumenta del 15%.
Di più: la nostra chance di essere felici cresce del 6% se è felice l'amico di un amico dell'amico.
Una ricerca americana - durata 20 anni, con 5.000 persone osservate - dimostra come la gioia passi di persona in persona.
La felicità non riesce a stare sola.
Traspare dagli occhi, trasuda nelle mani, vibra nel corpo e alla fine come un VIRUS scappa e si trasmette a chi si trova accanto.
La FELICITA' è come una farfalla tra le mani: se la stringi troppo muore, se la lasci se ne va.

ACCAREZZALA DOLCEMENTE


sabato 7 marzo 2009

Le cose che ho - Giò Di Tonno

Ho passato l'età in cui davo più importanza al ritmo e alla musica, ora non mi interessano le canzoni o la musica se non mi danno emozione. Vi invito ad ascoltare questa canzone, ed ho aggiunto anche il testo per rendere più facile comprendere, come questa canzone, che potrebbe essere molto triste (perchè Giò di Tonno l'ha dedicata ad un amico scomparso qualche tempo fà) poi nelle parole recitate da Giancarlo Giannini nel finale, diventa una canzone di speranza.

"Ho un piano per resistere
e motivi per andare via
ho un albero di mandorle
proprio di fronte casa mia
ho cicatrici inutili
e poi cieli sempre blu
ho amici consapevoli
e qualcuno che non cerco più
ho voglia di comprendere
ma forse poi mi pentirò
ho scarpe da ginnastica
e libri che non leggerò
ho sogni labirintici
ma neanche una fotografia
ho un ciondolo d’argento
e un motivo per andare via
e poi
per ogni posto che vedrò
per ogni strada che farai
continuiamo a camminare un po’
per tutti i sogni che farò
per ogni cosa che vedrai
ché alla fine quello che io ho
non ha ragione d’essere
senza te
ho cose che non uso mai
e una stanza per le novità
ho foglie sopra il tavolo
e un debito con la realtà
ho corridoi di nuvole
e il mare un po’ più in là
ho nostalgia di credere
e un piano per restare qua
e poi per ogni posto che vedrò
per ogni strada che farai
continuiamo a camminare un po’
per tutti i sogni che farò
per ogni cosa che vedrai
ché alla fine quello che io ho
non ha ragione d’essere
senza te

c’è sempre un motivo per andare
e c’è sempre un motivo per restare
amico mio
e in mezzo il cuore batte
col rumore della cassa
e in mezzo si combatte
in mezzo il tempo passa
perché questo cuore è vivo
perché il cuore è una clessidra
e ci sei tu e ci sono io
e c’è la vita in un granello
e poi l’amore, certo l’amore,
sempre quello
che distrugge e risolleva
che esalta e che fa male
ma rimedia alla tristezza
di ogni attimo che fugge
da sempre,
sempre uguale
come la brezza in mare aperto
come la gioia in questo mondo
c’è un motivo per andare
e c’è un motivo per restare
come posso darti torto
ma per questo io ti dico
(e non lo dico solo io)
ti dico ama, ama fino in fondo
che non sei ancora morto
amico mio"

Il coro del miserere di Chieti, dedicato ai fratelli aquilani!

2 Aprile Tommy sempre nel nostro cuore